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N°9

SORVEGLIATO SPECIALE

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OCCHIO DI FALCO ARRESTATO PER OMICIDIO!

Il famoso Vendicatore accusato di aver assassinato il ricco imprenditore Roscoe Barlow

 

 

Ieri sera, poco dopo le 22.00, il proprietario della R.B.

ricordano che all’inizio della sua carriera combatté  in

System Roscoe Thaddeus Barlow è stato colpito a

diverse occasioni contro Iron Man, prima di ricevere il

morte da una freccia davanti all’uscita del “Gordon

perdono presidenziale e venire aggregato al gruppo.

Ramsey at the London”. A scagliare il letale dardo,

Falco ha anche rivestito il ruolo di leader della

davanti a numerosi testimoni pare sia stato il celebre

formazione della Costa Ovest, guadagnandosi la

arciere dei Vendicatori Occhio di Falco. I due avevano

fiducia e il rispetto dei suoi compagni; tuttavia alcuni

avuto un’accesa discussione negli uffici di Barlow pare

anni fa l’arciere fu processato per l’omicidio di Elihas

a causa di alcuni diritti d’immagine. Barlow intendeva

Starr, alias lo scienziato criminale noto come “Testa

fare del Vendicatore il testimonial della sua nuova

d’Uovo”. Venne dichiarato innocente, in quanto la

campagna pubblicitaria, ma a quanto pare l’arciere non

morte fu giudicata accidentale. Il Vendicatore infatti

aveva concesso alcuna autorizzazione, arrivando a

colpi con una freccia l’arma del criminale, che stava

minacciarlo di persona.

Pym (che testimonierà in suo favore), causando

Occhio di Falco è da anni un membro attivo dei

l’esplosione che provocò la morte di Starr e di

Vendicatori, ed è uno dei membri più famosi e

conseguenza salvando la vita a Pym.

apprezzati dal pubblico, per il suo modo diretto di

 

parlare e i suoi modi poco diplomatici, ma pochi 

 

 

 

Madison Avenue , studio legale Nelson & Murdock. Quella stessa mattina.

 

La notizia del giorno era la seguente: il famoso Vendicatore noto come Occhio di Falco arrestato con l’accusa di omicidio. Su tutti i giornali e in tutti i TG non si parlava d’altro. Matt aveva sentito la notizia questa mattina alla radio, mentre era sotto la doccia. Aveva conosciuto Occhio di Falco, nei panni di Devil si era battuto contro di lui e al suo fianco, e aveva avuto l’impressione di un uomo retto e onesto, per quanto impulsivo e arrogante. Non sarebbe stata certo la prima volta che un supereroe veniva accusato di un reato che non aveva commesso ed, era pronto a scommetterci, non sarebbe stata nemmeno l’ultima. Matt stava seduto alla scrivania del suo ufficio quando il suo udito super sviluppato avvertì il battito cardiaco di una persona a lui molto cara. Il suo senso radar ne captò le sue forme sinuose, il suo super odorato l’inconfondibile profumo. La presenza quella mattina di Natasha Romanoff nel suo ufficio non poteva essere una coincidenza; significava una cosa sola.

<Salve Matthew …> disse lei, una volta varcata la soglia dell’ufficio.

<Ciao Natasha.> le rispose lui con un sorriso accondiscendente, intuendo già ciò che la donna voleva chiedergli.

 

Carcere di Ryker’s Island. Ora.

 

Aveva dormito pochissimo. Un po’ per il nervoso, un po’ per il fracasso fatto dagli altri detenuti, che continuavano a minacciarlo di ogni terribile morte, e un po’ per quel costume che non poteva togliersi. Avrebbe avuto  voglia di una doccia, di andare in palestra ed esercitarsi al trapezio o al sacco, e invece no;  era costretto a stare fermo in quella schifosa cella. Non sapeva neppure che ore fossero. Fu il secondino, bussando alla porta di metallo, a dargli la risposta a quella domanda:

<Falco, in piedi. E’ ora di pranzo.>

Occhio di Falco si mise la maschera e si alzò in piedi. Un gruppetto di sei poliziotti lo scortarono nella sala mensa, mentre un intero  cordone di uomini armati di fucili lo divideva dagli altri detenuti. Era impossibile avvicinarlo, ma nessuno vietava agli altri detenuti di continuare a minacciarlo, con gesti e insulti. A nulla servivano le grida dei poliziotti che intimavano di tacere. Tra l’altro quel suo costume viola era un pugno in un occhio in mezzo a tutto quel mare arancione composto dalle tute degli altri prigionieri. Clint si sentiva ridicolo, un fenomeno da baraccone messo alla berlina. Altra cosa che avrebbe fatto pagare a quel bastardo di Taskmaster, una volta che gli avesse messo le mani addosso. Dalla parte opposta della sala alcuni occhi lo fissavano con uno sguardo carico d’odio. A quel tavolo erano seduti Daniel Leighton alias Tagliagole, in compagnia dei suoi vecchi allievi, quei “War Dogs” che Clint aveva fatto incarcerare tempo prima, e di Peter Petruski, meglio noto come Trapster, anch’esso rinchiuso a Ryker’s a causa dell’arciere.

<Guardatelo quel figlio di puttana … è lì a pochi metri e non possiamo avvicinarlo …> disse rabbiosamente Darko, il capo dei ‘Dogs.

<Dillo a me … in cella ho un oggettino che vorrei tanto infilargli in mezzo alle scapole …> aggiunse Daniel.

<Scordatevelo. Quel tizio è inavvicinabile. C’è un intero esercito a proteggerlo. E sono certo che Stark pagherà qualunque cauzione il giudice chiederà.> disse Trapster.

<Tu pensa a procurarci quanto t’ho chiesto, il resto è un problema mio ….> gli rispose Tagliagole.

<Un intero carcere pronto a fargli la pelle e dobbiamo farcelo scappare da sotto il naso! Cazzo, non ci sto! Ci dev’essere un modo per accopparlo.>

<Una rivolta?>

<No … troppo pericolosa. Ho in mente qualcos’altro …. Qualcosa di più sottile e rapido. Ma ci serve l’aiuto del pesce più grosso.> disse Tagliagole.

<Intendi …>

<Si. Voglio rivolgermi a lui. Voglio convincerlo a darci una mano. Fidatevi di me.>

 

Qualche ora più tardi. Sala colloqui.

 

<Occhio di Falco a colloquio con l’avvocato.> disse la guardia. Clint si aspettava la presenza di Inger Sulllivan, l’avvocato dei Vendicatori. Rimase di stucco quando ad attenderlo c’erano Matt Murdock e la sua socia, Becky Blake.

<Salve, Occhio di Falco.>

<Questa poi … l’avvocato Murdock. Questa proprio non me l’aspettavo. Credevo …>

<E’ stata la nostra comune amica Natasha Romanoff a chiedermi di accettare il caso. Inutile dire che lei le sta molto a cuore …>

<’Tasha …> disse sottovoce Clint, commosso dal gesto. Poi si schiarì la voce e riprese a parlare:

<Vedo una graziosa faccia nuova. Che fine ha fatto quel ciccione imbranato che si portava appresso?> chiese mentre tendeva la mano alla ragazza.

<Mr Nelson ha accettato la carica di Nuovo Procuratore degli Stati Uniti. Io sono la nuova socia di Mr Murdock. Mi chiamo Becky Blake.> rispose lei, stringendogli la mano.

<Una scelta che approvo.> le disse Falco, sorridendo.

<Vedo che non ha perso il suo buon umore, Occhio di Falco. E’ un buon segno.>

<Non creda Murdock … ho i nervi a fiori di pelle. Questo posto è un inferno … non ho chiuso occhio tutto la notte e mi pare di star seduto su di una polveriera. Qui non vedono l’ora di ammazzarmi. Devo uscire di qui al più presto.>

<Entro un paio di giorni ci sarà l’udienza per la cauzione. Intanto iniziamo con qualche domanda …>

<Non l’ho ucciso io. Deve credermi.>

Il battito cardiaco non variò. Matt sapeva che aveva detto la verità.

<Io le credo, Occhio di Falco. Ma mi dica… dove si trovava la sera dell’omicidio?>

<Ero di pattuglia dall’altra parte della città.>

<Solo? Non c’era un collega Vendicatore con lei?> chiese Becky.

<No … il più delle volte lavoro da solo.>

 

Carcere di Ryker’s Island. Cortile. Ora d’aria.

 

Il suo nome era sconosciuto ai più; nell’ambiente era noto come Testa di Martello, nome dovuto a quella lastra di adamantio chirurgicamente impianta nel cranio che gli dava una forma bizzarra. Nessuno però s’era mai azzardato a deriderlo. Primo perché con quella testa, caricando come un ariete, era in grado di abbattere senza fatica un muro di mattoni, e secondo: era uno dei più potenti capimafia della criminalità newyorkese. Si, Testa di Martello era un boss, temuto e rispettato da tutti, per questo motivo nell’area pesi nessuno di azzardava a disturbarlo mentre si allenava. I suoi uomini circondavano la panca mentre lui sollevava il pesante bilanciere. Tagliagole si avvicinò e immediatamente gli uomini di Testa di Martello gli sbarrarono la strada, impedendogli di procedere.

<Che vuoi?> disse uno dei gorilla.

<Devo parlare con lei, boss. Si tratta dell’arciere.> rispose, rivolgendosi direttamente a Testa di Martello. Questo fece un segno col mento ai suoi, che lo fecero passare.

<Tu chi sei?> gli chiese poi.

<Lavoro per Taskmaster. Può chiamarmi Tagliagole.>

<E volevi fare il servizio al Vendicatore?>

<Si signore. Col suo aiuto. Sappiamo che ha sul libro paga parecchie guardie, qui a Ryker’s…>

<Si. Almeno finchè non mi trasferiranno alla Volta …>

<Si beh … comunque, se lei potesse far si di farmelo trovare da solo, magari per mezz’ora, le assicuro che da qui quel fottuto Vendicatorie ci esce coi piedi davanti …>

<Tu vorresti sistemare Occhio di Falco? Tutto da solo? Oh ma sei un vero duro ….> disse ridacchiando.

<Non sarò solo, signore.> rispose Daniel <Avrò i miei ragazzi con me.> indicò i War Dogs, poco distanti da lì. Tutti ragazzi forzuti e muscolosi, dall’aria spavalda. Testa di Martello cominciava a convincersi … poteva funzionare.

<Poniamo che accetti … che ci guadagno io?>

<Faremo sapere nell’ambiente che il mandante è stato lei. E l’accademia di Taskmaster sarà molto lieta di ricambiarle il favore, un domani.>

Il boss schioccò le dita e fece segno ad uno dei suoi di dargli una sigaretta. Lo scagnozzo gli porse il pacchetto di Marlboro rosse, lui lo prese, ne sfilò una e se la mise in bocca. Poi tese il pacchetto verso di Tagliagole e lo invito a servirsi. Questi accettò, sorridendo. Significava che aveva accettato. Martello prese lo zippo e gli accese la sigaretta.

<Hai le palle, ragazzo. Mi piaci. D’accordo allora, siamo in affari …>

 

Coney Island, appartamento di Jessica O’Leary.

 

Kate Bishop era corsa da Jessica appena aveva saputo la notizia. Aveva marinato la scuola, infischiandosene dei borbotti che i genitori le avrebbero fatto quando lo avrebbero scoperto. Anche Jessica chiamò al lavoro dandosi malata. Come poteva concentrarsi su numeri e fatture sapendo che una persona a lei tanto cara era stata incarcerata con l’accusa di omicidio? Sentì il campanello e andò a bussare alla porta.

<E’ una menzogna, non è vero?> disse Kate mentre entrava e si levava la giacca.

<Certo che lo è! Clint non ucciderebbe mai qualcuno, lo sia meglio di me!>

<Si che lo so … quello che intendevo è se ha detto qualcosa al riguardo … che ne so, una missione segreta per conto dei Vendicatori o qualcosa del genere …>

<Ma ti pare che parla di queste cose con me? Piuttosto, non è che a che fare quella tua amica cheyenne?>

<Maya? E che centra lei?>

<Oh non so … lavorava per dei criminali e una sera me lo ha riportato a casa gonfio di botte , vedi tu se non è il caso di sospettare di lei…> rispose Jessica irritata.

<Lei non fa più parte di quella banda. Me lo ha confessato di persona.>

<E tu le credi, non è vero?>

<Certo che le credo. Maya non è cattiva, Jess, lei non centra nulla.>

<Ok ok … scusa. Sono solo preoccupata. Hai letto i giornali? Tutte le prove sono contro di lui … aveva dei precedenti  con Barlow …>

<Lo so. Ricordo alla festa a casa mia … fu a causa del loro litigio… non riuscì a parlargli.>

<Si ma tu non hai visto com’era incazzato quando ha visto quello spot … insomma, noi lo conosciamo bene e sappiamo con lo avrebbe mai fatto, ma io il pubblico non gli crederà mai … io stessa non gli crederei ,se fosse successo prima di conoscerlo!>

<Lo so … l’opinione pubblica è cinica. Ma dobbiamo avere fiducia … voglio dire, è un Vendicatore, uno dei primi e dei più famosi, ha salvato il mondo qualche dozzina di volte. Cacchio, se non s’è guadagnato un po’ di fiducia lui non si chi altro può averlo fatto, in questo paese ….>

<Si .. .forse hai ragione.> ma nessuna delle due ragazze ne era assolutamente convinta.

 

Carcere di Ryker’s . Il giorno dopo.

 

<Sono l’agente Angela del Toro. Sono qui per interrogare Occhio di Falco.> disse la donna mostrando il suo tesserino dell'FBI.  Quando Falco se la trovò davanti rimase sorpreso. L’ultima persona che immaginava d’incontrare era un federale.

<Lei? Che ci fa qui?> chiese lui. I due si erano incontrati tempo prima, durante la faccenda di Demonicus e delle sosia di Mimo.

<Sono qui per farti alcune domande. Siediti.>

<Non dovrebbe esserci anche il mio avvocato?>

<No … nessuno deve sapere di questa conversazione. Non sarà messa agli atti.>

<Perché?> chiese lui, diffidente.

<Lo capirai. Intanto vorrei farti alcune domande …>

<Non sono stato io a far fuori Barlow. Sono stato incastrato. Non ho mai ucciso nessuno dei nemici che ha attentato alla mia vita, ti pare che vado a sprecare una freccia e ad inguaiarmi per quel grassone?>

<Ti crediamo. E’ per questo che sono qui. Noi sospettiamo di Taskmaster. Stavamo seguendo una pista su quanto rivelatoci dalla tua amica Francine Newdyke e…>

<Non è mia amica.>

<Ok, come vuoi. Comunque, indagando su quelle informazioni pare che Demonicus fosse in affari con lui e…>

<Si, ve lo confermo. Sono arrivato alla stessa conclusione anch’io.>

<Quindi, arrestando quei dodici uomini gli hai intralciato i piani, e noi crediamo che per fartela pagare ti abbia tirato questo tiro mancino. Sono qui per farti una proposta.>

<Sentiamola…> domandò incuriosito.

 

Soho. Nello stesso momento.

 

“Maya non centra nulla” aveva garantito. Ma come poteva esserne certa? L’affermazione di Jessica aveva instaurato il dubbio nella mente di Kate Bishop. E se si fosse sbagliata? E se invece Maya aveva qualcosa a che fare con questa storia? Non era da escludere. Kate voleva bene a Maya, si fidava di lei. Non la credeva capace di una cosa tanto subdola… d’altra parte fino a una settimana fa, non si aspettava nemmeno che lavorasse per un’organizzazione criminale. Doveva scoprirlo, e per farlo doveva guardarla negli occhi. Si recò quindi nel suo nuovo appartamento, sempre nel quartiere di Soho, e la trovò mentre si cimentava nella pittura. Dipingere era una delle passioni di Maya Lopez, aveva imparato alla scuola per ragazzi prodigio che aveva frequentato da ragazza.  Ci mise un po’ ad accorgersi che c’era qualcuno che bussava alla porta; un po’ per il suo handicap uditivo, un po’ perché assorta nel lavoro. Si alzò e andò ad aprire la porta.

<Kate! Ciao!>

<Maya…>

<A cosa devo questa tua visita?>

<Hai letto i giornali?>

<Dunque è per quello …>

<Infatti. Dimmi la verità … tu o i tuoi compagni centrate qualcosa in questa storia?>

<Mi pareva che ne avessi già parlato … sono EX compagni. Non faccio più parte della loro organizzazione.>

<Si lo so … me lo hai detto. Ma mettiti nei miei panni … non molto tempo dopo il vostro scontro succede questo … tu cosa penseresti?>

<Ok, merito i tuoi sospetti. Ma torno a ripeterti che io non centro nulla e con quegli uomini non ho più niente a che fare.>

Kate le credeva. Il suo sguardo era serio e determinato. Infatti, Maya non stava mentendo, tuttavia nel profondo del suo animo la donna  sospettava che dietro tutta questa faccenda ci fosse lo zampino di Taskmaster.

 

Carcere di Riker’s Island.

 

<Pensaci su ok ?> disse la Del Toro.

Occhio di Falco le fece un cenno d’intesa con la testa, poi scortato da un agente uscì dalla sala.

Quando il colloquio terminò era parecchio pensieroso. L’offerta dell’FBI era interessante, ma i rischi erano alti. Rimuginava sul da farsi non accorgendosi del percorso che la guardia gli stava facendo percorrere.

<Ehi … ma non è questa la strada. Dove stiamo andando.>

<Il direttore vuole parlarti. Non fare domande.>

<Ok e cosa …>

<T’ho detto di non fare domande, e muoviti!>

La guardia era insolitamente scontrosa. Falco aveva avuto un trattamento di riguardo da esse, a causa dei suoi trascorsi come supereroe, dunque la cosa lo aveva sorpreso. Pensò semplicemente che non si può piacere a tutti.

Almeno inizialmente.

La faccenda cominciò a puzzargli quando il secondino lo fece scendere nel locale caldaie.

<Ok amico, ho smesso di credere alla storia del colloquio col direttore cinque minuti fa. Cosa c’è sotto?>

<Zitto ed entra!> disse spintonandolo. Falco non osò reagire per non peggiorare la sua situazione, ma non appena varcò la porta e senti l’agente chiuderla a chiave capì che forse non avrebbe dovuto avere tanti riguardi.

<Ehi idiota apri questa dannata porta! Ma che …>

<Oh non strillare Falco … questa è una riunione privata. Non vogliamo che ci disturbino, no?>

Riconobbe quella voce immediatamente.

<Tagliagole …>

<E amici. Dì, te li ricordi dei War Dogs?>

<Salve arciere … quanto tempo. Mi sei mancato. Sono curioso di vedere come te la cavi, senza le tue frecce.> a parlare fu Darko

<Se non ricordo male, non ne ho avuto bisogno per fare il culo a te e ai tuoi balordi, la volta scorsa.>

<Questa volta andrà diversamente …> erano in otto, in uno spazio ristretto, tuttavia non erano una grossa minaccia per Clint. Era convinto che se la sarebbe cavata senza eccessivi sforzi, ma non appena accelerò il passo andando incontro ai propri rivali il terreno improvvisamente si fece scivoloso: grazie ad una pompetta per le purghe, raccattata dall’infermeria ,Tagliagole spruzzò un liquido sul pavimento, che fece perdere l’equilibrio al Vendicatore facendogli fare un tonfo per terra.

<Ah ti piace arciere? È una cosina che c’ha fornito Trapster  … l’ha fatta con cera per pavimenti, solventi e altra robetta …>

Una volta che fu a terra  i War Dogs approfittarono della situazione e gli furono addosso, prendendolo a calci. Falco subì il pestaggio senza la possibilità di reagire.

<Tiratelo su!> gridò Darko. I suoi uomini tenevano fermo il Vendicatore, lui si accanì su di esso, sfogando su di lui mesi di frustrazione.

<Non sai da quant’è che lo sognavo!> disse, colpendolo al tronco e al viso.

<Lasciane un po’ anche per me!> gridò uno dei suoi, galvanizzato dalla vista del pestaggio.

<Ok ora basta, non abbiamo troppo tempo! Fatemi spazio!> Tagliagole tirò fuori un pezzo di lamiera arrugginito con della juta legata attorno ad un estremità per fare un “manico” .

<Indietro, che lo buco!> non appena si avvicinò con il rudimentale coltello, lo stivale di Falco scattò, facendogli volare la lama di mano e colpendolo con lo stesso piede al volto; la sua ritrovata combattività prese di sorpresa i suoi assalitori, e Clint ne approfittò per liberarsi dalla loro presa e, una volta libero passò al contrattacco.

<Ok branco di falliti … ne ho abbastanza!> tutta la rabbia e la frustrazione per quell’ingiusta incarcerazione sfociò in un esibizione di una fantastica tecnica di combattimento, recentemente perfezionata grazie agli allenamenti con la Vedova Nera e allo scontro con Maya Lopez. Il primo su cui si scaglio ovviamente fu Darko: questi cercò di colpirlo nuovamente con un pugno, Falco lo bloccò col sinistro e lo colpì al volto con una dolorosa gomitata. Sentì arrivare un secondo assalitore alla spalle, e gli piazzò un veloce calcio che lo mandò al tappeto. Altri tre cercano di circondarlo, ma l’ex trapezista circense spiccò un balzo in aria e si tolse dalla traiettoria, e i tre andarono a sbattere uno contro l’altro. Tagliagole raccolse la sua lama e cercò di finire i lavoro e di uccidere il Vendicatore, ma questi si accorse dell’imminente agguato e non si fece trovare impreparato. Lo scontro tra i due fu una replica di quello avvenuto in precedenza, con Falco che danzava schivando  i tentativi  di pugnalarlo di Tagliagole che, proprio come la volta scorsa, non riuscì nemmeno a sfiorarlo. Memore del suo incontro con Maya, Clint eseguì la stessa mossa che la donna fece a lui, ovvero paralizzò il braccio di Tagliagole colpendolo forte con la punta delle dita sotto l’ascella. Daniel prese l’uso dell’arto e la lama gli cadde dalle mani. Occhio di Falco lo abbattè con un calcio. Gli altri avversari non lo impensierirono e se ne liberò senza sforzo. Ma l’orgoglioso Darko non sopportava un’altra umiliazione e, preso dalla rabbia e dal dolore per il naso rotto, si lanciò verso l’accetta appesa al muro, una di quelle da utilizzare in caso d’incendio, e ignorando l’allarme che attivò rompendo il vetro, impugnò l’arma con l’intenzione di usarla contro di Falco.

<Io t’ammazzo … non me ne importa delle conseguenze, io ti stacco quella testa di cazzo…> furente, cercò di decapitarlo con un colpo secco che, inutile dirlo, andò a vuoto mancando il bersaglio. Schivando anche il secondo tentativo Occhio di Falco gli fu a lato, lo colpì prima alle reni con un pugno e, quando inarcò la schiena per il dolore, al diaframma, bloccandogli il respiro e neutralizzandolo definitivamente. Non fece in tempo a rifiatare che le guardia arrivarono sulla scena, vedendo il solo Vendicatore in piedi e in salute, mentre tutti gli altri erano stesi a terra, storditi e doloranti.

 

Falco venne spostato  in un ala di massima sicurezza, mentre Tagliagole, Darko e i suoi andarono in isolamento. Quando seppe la notizia, Testa di Martello si limitò a sospirare un laconico <Lo sapevo …>.

Nessuno osò più nemmeno minacciare l’arciere; certo lo odiavano ancora, in quanto tutore della legge, ma l’essere sopravissuto ad uno scontro otto contro instaurato negli altri detenuti il gusto timore e gli aveva procurato anche un certo di rispetto. Arrivò il giorno dell’udienza per la cauzione, che fu valutata  pari a mezzo milione di dollari. Harold “Happy” Hogan, direttore della Fondazione Maria Stark e braccio destro di Tony, staccò l’assegno e lo consegnò al giudice. Occhio di Falco era libero fino al processo.

<La ringrazio infinitamente, mr Hogan.>

<La Fondazione Maria Stark serve anche a questo. A tal proposito, Mr Stark ci tiene a dirle che le è vicino e che non vede l’ora che questa calunnia nei suoi confronti cada.>

<Non sa quanto piacere mi fa sentirglielo dire E voglio ringraziare anche lei, avvocato Murdock. E ovviamente anche lei, sig.rina Blake>

<Ci rivedremo nei prossimi giorni per studiare la difesa. Nel frattempo non parli con la stampa e si tenga lontano dai guai.>

<Non lo farò.> rispose Clint. Matt Murdock avvertì una lieve variazione del suo battito cardiaco.

<Dico sul serio, Occhio di Falco. Non faccia niente di avventato.>

Falco uscì dal tribunale. Ad attenderlo lì davanti c’era il fedele maggiordomo dei Vendicatori Edwin Jarvis, nell’insolita tenuta da autista.

<Jarvis! Che bella sorpresa.>

<Padron Clint, sono tanto contento di rivedela.>

Jarvis allungò la mano per stringergliela, ma Falco preferì un affettuoso  abbraccio.

<Non quanto me, vecchio mio. Ti sta bene l’uniforme da autista.>

<A dire il vero mi va un tantino stretta. Quando l’ho fatta fare ero un tantino più magro.>

I due salirono in auto e si diressero alla base dei Vendicatori. Clint aveva voglia di una doccia e di radersi. Ma prima aveva bisogno di sbrigare alcune faccende. Prese il telefono della limousine e compose il numero.

<Ehi ‘Tasha, sono Clint.>

<<Clint! Sono felice che di sentirti!>>

<Anch’io. Ti ringrazio di aver chiamato il tuo amico Murdock. So che è il migliore. E’ stato un bel gesto.>

<<Non dirlo neppure, Clint. Lo sai che per te farei questo ed altro. Sono sicura che Matt sarà in grado di tirarti fuori.>>

<Lo spero vivamente. Comunque avrei  un altro paio di favore da chiederti …>

<<Dì pure. Di che si tratta?>>

<Per prima cosa, dovresti rintracciarmi l’indirizzo di una persona.>

<<Ci vorrà poco, mi basta chiedere ad uno dei miei informatori. E poi?>>

<Tu rintracciami quella persona,  per favore. Il resto te lo farò sapere a tempo debito.>

<<Come vuoi. Qual è il nome?>>

<Zelda DuBois.>

 

Qualche ora più tardi, dopo essersi cambiato, ripulito e riposato, Clint Barton tornò nel suo appartamento a Coney Island. Non appena mise le chiavi nella toppa, Jessica riconobbe il rumore e si affacciò nel pianerottolo.

<Clint! Grazie a Dio!> disse abbracciandolo.

<Ciao Jess … mi sei mancata.>

<Ero così preoccupata per te … e anche Kate. E’ successo tutto così all’improvviso … cosa succederà adesso? Ti processeranno?>

<Si è così. Ma non preoccuparti, ho già un avvocato … il migliore. E’ abbastanza sicuro che ne possa uscire pulito.>

<Che farai nel frattempo? Te ne starai in casa? Metterai il costume nell’armadio?>

<Non ancora … ho ancora un’ultima cosa da fare …> affermò deciso.

 

Continua…

 

Le Note

Nulla di rilevante da segnalarvi in coda a questo racconto.

 

 Sono certissimo che sapete tutti chi è Matt Murdock alias Devil, l’Uomo senza Paura, uno del più importanti personaggi Marvel di sempre.

 

Non necessita di  presentazioni neppure la Vedova Nera, ex amante di entrambi gli eroi, e che già era apparsa in queste pagine nel numero 7.

 

I War Dogs ricompaiono qui dopo il loro arresto avvenuto nel numero 1 della nostra serie.

Anche Trapster è una nostra vecchia conoscenza, avendo affrontato il nostro arciere preferito nel numero 3. Ritroverete il vecchio Pete Uomo Colla nel prossimo numero della serie MiT “Night Shift” scritta da Igor Della Libera.

 

Anche Happy Hogan è un classico personaggio Marvel, grande amico di Iron Man, apparso la prima volta nel 1963 su Tales of Suspense (prima serie) n. 45, e che al cinema ha avuto il volto di Jon Favreu, che è anche il regista dei due film dedicati a Testa di Ferro. Kurt Busiek ne ha fatto il direttoredella Fondazione Maria Stark.

 

Una curiosità su Favreu: oltre a Foggy, ha anche interpretato un’altra celebre “spalla” di un eroe del Marvel Universe, ovvero Foggy Nelson, nel film dedicato a Devil. Foggy e Happy Hogan sono due personaggi che in origine aveva molto in comune, ovvero quello di essere il migliore amico e il rivale in amore del protagonista, in quei celeri triangoli amorosi che piacevano tanto a Stan Lee: Matt Murdock – Karen Page – Foggy Nelson e Tony Stark – Pepper Potts – Happy Hogan.

 

Se come me siete dei fan di Sylvester Stallone, sono certo che avete visto l’omonimo film ma cui ho tratto il titolo di questa storia, e dunque capirete quant’ appropriato, data l’ambientazione di questo racconto.

 

 

Che altro dire? Nel prossimo numero Occhio di Falco verrà processato per omicidio … cosa gli accadrà?

 E qual è la proposta che gli ha fatto Angela del Toro per conto dell’F.B.I.? E in tutto questo, cosa centra la Zelda DuBois, alias la Principessa Pitone? Per scoprilo, dovete aspettare il prossimo numero … J

 

 

Carmelo Mobilia